La penna a sfera

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A chi non è capitato di chiedere o sentirsi chiedere “.. mi presti una Biro ? “.

Già ! Ma chi ha inventato la Biro, o meglio la penna a sfera ?

Il primo tentativo

Il primo tentativo di creare una penna a sfera lo dobbiamo a John Jacob Loud.

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John Jacob Loud

Laureatosi come avvocato ad Harvard, Loud lavorò presso la Banca nazionale dell’Unione a Weymouth, Massachusetts come cassiere. Era anche attivo nella sua comunità come un membro della sua chiesa, un fiduciario di molte organizzazioni locali, e come membro della società storiche locali.
Nel suo brevetto del 30 ottobre 1888, egli cercò di creare uno strumento in grado di scrivere sui prodotti in pelle, cuoio, legno o carta grossolana, cosa che le penne stilografiche non potevano fare.  Loud ebbe l’idea di usare un tubo per contenere l’inchiostro, ed installare sulla punta una piccola sfera. La sfera, sfregando sulla superficie ruvida della pelle, avrebbe cominciato a rotolare trascinando con se l’inchiostro contenuto nel tubo. Idea semplice quanto geniale !

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Brevetto di Loud

 

La penna di Loud si rivelò comunque troppo grossa per scrivere lettere sulla carta. Quindi, in assenza di redditività commerciale, il suo potenziale non fu sfruttato e il brevetto alla fine decadde.

In molti tentarono di creare delle penne a sfera commerciabili e molti i brevetti furono depositati. Ma ogni tentativo si rivelò un fallimento, sia per la scarsa tecnologia per produrre oggetti di precisione, sia per la scarsa ricerca in campo chimico sugli inchiostri più idonei. Le penne infatti, non erogavano in modo corretto l’inchiostro facendolo fuoriuscire in modo eccessivo oppure, al contrario,  presentavano problemi di ostruzione delle punte. Gli inventori dell’epoca hanno dovuto quindi migliorare molti aspetti come, la giusta presa della sfera nelle sua sede, la giusta viscosità dell’inchiostro, la taratura delle molle interne, ecc.

Fu con László Bíró che la penna a sfera venne finalmente finalizzata.

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László József Bíró

László József Bíró

Iindicato anche come Ladislao José Biro, per la sua naturalizzazione argentina, nacque a Budapest il 29 settembre 1899. Di professione giornalista, stanco di dover perdere tempo a riempire le penne stilografiche e pulire le pagine macchiate, notò che gli inchiostri usati nella stampa di giornali asciugavano rapidamente, lasciando la carta asciutta e senza sbavature. Decise così di creare una penna utilizzando lo stesso tipo di inchiostro. Bíró si avvalse dell’aiuto del fratello György, un chimico, per sviluppare la formula di un inchiostro viscoso, adatto ad essere utilizzato nella sua penna a sfera.

L’innovazione di Bíró fu proprio la combinazione di un inchiostro ad alta viscosità con un meccanismo a sfera, che agivano in modo da evitare che l’inchiostro si asciugasse all’interno del serbatoio, consentendo così un flusso più controllato. Bíró il 15 giugno 1938 depositò in Gran Bretagna un brevetto della sua penna col nome di Stratopen.

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Nel 1941

i fratelli Bíró insieme ad un amico, Juan Jorge Meyne, fuggirono dalla Germania e si trasferirono in Argentina dove formarono la Bírós Pen of Argentina e nel 1943 depositarono un nuovo brevetto. Ad intuire subito le potenzialità di questa nuova invenzione vi fu il commerciante inglese Henry Martin, che prontamente segnalò l’esistenza delle penne biro al governo del Regno Unito. In questo modo venne siglato un accordo con il ministro della guerra britannico per produrre su licenza penne a sfera: ne furono create ben trentamila esemplari, tutti distribuiti ai membri dell’aviazione militare per via del migliore funzionamento della biro rispetto alla stilografica ad alte quote.

Affinché la penna funzionasse bene era necessaria una pallina metallica con precise caratteristiche. Solo una ditta svizzera fu alla fine in grado di produrre le sfere. L’altro problema era quello di ottenere un inchiostro dalla corretta viscosità. Inizialmente se ne occupò il fratello György, e successivamente le sperimentazioni continuarono nella ditta di Andor Goy e Kovalszky. Andor Goy ebbe un ruolo importante nella produzione su larga scala della penna a sfera.

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Nel 1945 Bíró commercializzò la propria invenzione sul mercato argentino, dapprima con i nomi di Eterpen e Stratopen, e poi con quello definitivo di Birome (acronimo di «Biro y Meyne»).

I costi di produzione erano però piuttosto elevati e la penna a sfera risultava essere un prodotto d’élite. I fratelli Bíró cedettero il brevetto al barone italiano, naturalizzato francese, Marcel Bich, che riuscì a produrre una penna abbattendo i costi del 90% e la commercializzò in tutto il mondo.

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Marcel Bich

Marcel Bic

imprenditore nel settore delle stilografiche, stava pensando a strumenti da scrittura più pratici ed economici e scoprì la geniale trovata di Birò; decise di acquistare il brevetto per ben 2 milioni di dollari. Facilità di utilizzo ed economicità fecero della penna a sfera un vero e proprio mito (Bic, tra l’altro, sviluppò in seguito anche un rasoio usa e getta e un accendino di plastica). Fu subito boom: il barone Bich produceva fino a 10 milioni di biro al giorno, creando in poco tempo un impero.

Dal 1950, Bic ha venduto più di 100 miliardi di penne nel mondo e dispone di ben 24 fabbriche.

George Safford Parker

Nel Gennaio 1954  Parker lancia la sua prima penna a sfera, la Jotter e nel 1957 usa una sfera di carburo di tungsteno per le loro penne.

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Gerorge Safford Parker

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La battaglia per conquistare il mercato delle penne è in atto. Ma dal 1960, Bic è leader mondiale nel commercio delle penne a basso costo, anche grazie a mirati acquisizioni di società produttrici dell’epoca. Quindi, mentre Marcel Bich divenne ricchissimo, László Bíró morì povero, a Buenos Aires, il 24 ottobre 1985, all’età di 86 anni. A sua memoria e in suo onore, in Argentina ogni 29 settembre – suo giorno di nascita – si festeggia il “giorno degli inventori“.

Nel tempo la penna a sfera ha subito evoluzioni ed adattamenti rispetto allo sviluppo tecnologico ed alle regioni di utilizzo; per esempio in Cina ed in altri paesi asiatici vengono preferite le punte da 0,38 a 0,7 mm di diametro, che meglio si adattano alla scrittura a ideogrammi, mentre nei paesi occidentali si preferisce la misura da 1 mm.

Alcune curiosità sulla penna a sfera:

  •  La versione più popolare della penna di Laszlo Biro è la BIC Cristal e ne vengono vendute circa 14.000.000 pezzi al giorno.
  • Nella maggior parte del mondo, Biro è il nome generico utilizzato per la penna a sfera.
  • La BIC Crystal ha una capacità di scrittura di circa 2 Km (6 volte l’altezza della Tour Eiffel). Alcune fonti indicano un valore di circa 3,2 Km.
  • Sembra che l’idea della penna a sfera, a Lazlo Josef Birò, è arrivata come un fulmine, mentre guardava i ragazzini in strada che giocavano a biglie. C’è un bimbo che tira la pallina di vetro – classico gesto con pollice e indice – e quella schizza via dalla sua mano, per arrivare a destinazione dopo essere però rotolata in una pozzanghera e aver lasciato dietro di sé, nella polvere, una nitida, perfetta scia liquida. Come se la biglia scrivesse, insomma.
  • Il primo a chiamarla Biro, in onore del suo inventore, pare sia stato Italo Calvino.
  • Il foro a metà del tubo sulla BIC serve a regolarne la pressione interna. Senza di esso il minimo cambiamento di pressione tra l’esterno e l’interno avrebbe come conseguenza la fuoriuscita dell’inchiostro o comunque un malfunzionamento nella scrittura.
  • Il foro sull’estremità del tappo fu introdotto alla fine degli anni 80 per questioni di sicurezza. Il tappo è infatti la parte che più spesso si tende (soprattutto i più piccoli) a mettere in bocca: praticando quel piccolo foro si limita di molto il pericolo di soffocamento nel caso in cui il tappo venga accidentalmente ingerito.
  • La forma ad esagono deriva da diversi fattori. In primo luogo nel processo di produzione e stoccaggio è più facile impilarle e occupano meno spazio. Inoltre questa forma impedisce che rotolino costantemente in terra se poggiate su una scrivania o un banco di scuola. Ancora, la forma esagonale assicura una presa migliore con la mano rispetto ad un semplice cilindro.
  • Il tubo non è riempito fino all’orlo poichè l’inchiostro delle BIC è un materiale che si espande e si liquefà in conseguenza dei cambiamenti di temperatura: se il tubicino fosse pieno, il calore della nostra mano basterebbe a far traboccare il contenuto.

 

Ed ecco un video interessante sulla storia della penna a sfera.

Storia della penna a sfera
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2 commenti:

  1. Ottimo articolo grazie per le info!

  2. Grazie a te per aver letto e commentato. Per noi, feedback e consigli, sono preziosi.

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