Guglielmo Marconi

0
0
Print Friendly, PDF & Email

 

guglielmo marconi

guglielmo marconi signature

Guglielmo Giovanni Maria Marconi

nasce a Bologna il 25 aprile del 1874 e muore a Roma il 20 luglio 1937.

Considerato il padre della telegrafia senza fili, da cui poi si svilupparono la radio, la televisione e ogni altro sistema di comunicazione senza fili. Nel 1909 Guglielmo Marconi condivise con il fisico tedesco Karl Ferdinand Braun il premio Nobel per la Fisica.

Anche altri scienziati e inventori hanno contribuito all’invenzione della telegrafia senza fili o hanno effettuato esperimenti simili negli stessi anni, come ad esempio Heinrich Hertz nel 1886, Nikola Tesla nel 1893, Thomas Edison, Aleksandr Popov, Augusto Righi e altri.

Guglielmo inizia i suoi studi nella sua città natale Bologna, prima di trasferirsi all’Istituto tecnico nazionale di Livorno.
Suo padre Giuseppe Marconi (Capugnano, 8 luglio 1823 – Bologna, 26 marzo 1904), un proprietario terriero che viveva nelle campagne di Pontecchio, era al secondo matrimonio. Vedovo con un figlio, aveva conosciuto una giovane irlandese, Annie Jameson, nipote del fondatore della storica distilleria Jameson & Sons in visita in Italia per studiare bel canto, sposandola il 16 aprile 1864 a Boulogne-sur-Mer, in Francia. Un anno dopo il matrimonio nacque Alfonso e, nove anni più tardi, Guglielmo. I suoi risultati scolastici non sono dei migliori: è un ragazzo timido, non fa amicizia facilmente e passa molto tempo a costruire piccoli congegni. Le sue conoscenze tecniche non bastano tuttavia per fargli superare l’esame di ammissione all’Accademia navale. Interrompe quindi gli studi e dedica il suo tempo a esperimenti sull’elettricità. Dai giornali di elettrotecnica, Guglielmo viene a conoscenza degli esperimenti che lo scienziato Heinrich Hertz sta effettuando con le onde elettromagnetiche, la cui esistenza era stata ipotizzata da James Clerk Maxwell pochi anni prima. La teoria prevede che le onde elettromagnetiche possano viaggiare anche attraverso l’aria e addirittura nel vuoto, senza bisogno di fili elettrici.

Marconi, appena ventenne, cominciò i primi esperimenti lavorando come autodidatta, aiutato dal maggiordomo Mignani. Nell’estate del 1894 costruì un segnalatore di temporali costituito da una pila, un coesore (detto anche coherer, un tubetto con limatura di nickel e argento posta fra due tappi d’argento, dispositivo inventato dal fermano Temistocle Calzecchi Onesti) e un campanello elettrico, che emetteva uno squillo in caso di fulmine.

In seguito riuscì, premendo un tasto telegrafico posto su un bancone, a far squillare un campanello posto dall’altro lato della stanza. Una notte di dicembre, Guglielmo svegliò la madre, la invitò nel suo rifugio segreto e le mostrò l’esperimento che aveva realizzato. Il giorno dopo anche il padre assistette all’esperimento. Quando si convinse che il campanello suonava senza collegamento con fili, regalò al figlio i soldi necessari per l’acquisto di nuovi materiali. Marconi proseguì nei suoi esperimenti anche all’aperto. In campagna aumentò la potenza delle emissioni e la distanza che separa il trasmettitore dal ricevitore, capace di ricevere i segnali dell’alfabeto Morse.

L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, l’apparecchio che aveva costruito si dimostrò valido nel comunicare e ricevere segnali a distanza, ma anche nel superare gli ostacoli naturali (in questo caso, la collina dietro Villa Griffone). Il colpo di fucile che Mignani sparò in aria per confermare la riuscita dell’esperimento (l’apparecchio vibrò e cantò come un grillo per tre volte) viene considerato l’atto di battesimo della radio in Italia; altri sperimentatori avevano infatti ottenuto simili risultati in precedenza prima dello stesso Marconi, come Nikola Tesla, che trasmise a 50 km di distanza all’inizio dello stesso anno in un collegamento a West Point, mentre il russo Aleksandr Popov aveva realizzato un ricevitore di onde radio nel maggio dello stesso anno.

Marconi ha bisogno di fondi per continuare le sue ricerche e la madre, di origini irlandesi, riesce a convincere i suoi parenti a ospitare il figlio a Londra e anche ad aiutarlo nella ricerca di fondi per migliorare il suo sistema di comunicazione.

L’Inghilterra è un paese tecnologicamente all’avanguardia e può essere molto interessato dalle ricerche di Marconi: la sua flotta è forse la più importante del mondo e in mare è possibile comunicare solo senza fili. Guglielmo parte per Londra nel febbraio del 1896 e già a marzo riesce a prendere contatti con l’ingegner Sir William Preece, studioso di telecomunicazioni e direttore generale del Post Office inglese (le Poste), la persona più adatta per ascoltare le richieste dello scienziato. Nel giugno dello stesso anno, Marconi trasmette senza fili un segnale dal tetto del Post Office a una banca distante circa un chilometro.

È ora di brevettare l’invenzione: Guglielmo riesce, di mese in mese, ad aumentare le distanze di comunicazione e nel luglio del 1897 fonda a Londra una società per lo sviluppo e la commercializzazione dei sistemi di comunicazione senza fili. Nel 1900 l’azienda prenderà il nome di Marconi’s wireless telegraph company («Società di telegrafia senza fili»).

Anche in Italia, finalmente, ci si rende conto del valore del lavoro di Marconi: egli è invitato a ripetere i suoi esperimenti: la telegrafia senza fili è usata per comunicare dalla nave militare San Martino al porto della città di La Spezia, a circa 18 km di distanza.

In Inghilterra viene installata la prima stazione fissa di comunicazione, tra la costa inglese e l’isola di Wight. Nel giugno del 1898, i primi due radiotelegrammi della storia vengono spediti, e sembra anche pagati, da Lord Kelvin, uno dei più noti scienziati dell’epoca.

Il servizio di radiotelegrafia senza fili viene usato sulle imbarcazioni per inviare alle redazioni dei giornali, in terraferma, le notizie sullo svolgimento delle regate di Coppa America, evidentemente già molto seguite all’epoca. I risultati possono essere pubblicati prima che le navi tornino in porto. Ma l’aspetto più importante dell’invenzione della radio, da subito e ancora oggi, è la possibilità di comunicare nel momento del pericolo. Sin dal 1898 la radio a bordo di una nave serve per chiedere soccorso e i circa 700 superstiti del naufragio del Titanic (1912) vengono salvati solo perché il marconista (cioè l’addetto alle comunicazioni radio, il cui nome deriva proprio da Marconi) riesce a trasmettere la richiesta di soccorso (il cosiddetto sos).

Con l’andare degli anni le trasmissioni a distanza migliorano di continuo grazie alla realizzazione di apparecchiature sempre più potenti e specializzate. La Marconi’s wireless telegraph company è naturalmente all’avanguardia in questo campo e installa la maggior parte delle stazioni radio del mondo.

Quando, nel 1909, Guglielmo Marconi condivide con Karl Ferdinand Braun il premio Nobel per la Fisica, diverse stazioni radio sono già installate in tutto il mondo, ma soprattutto il segnale è già stato trasmesso e ricevuto attraverso l’Atlantico, dimostrando come la curvatura terrestre non sia un problema per la ricezione delle onde elettromagnetiche. Il 12 dicembre del 1901, infatti, i tre punti che nell’alfabeto Morse rappresentano la lettera s sono trasmessi dalle coste americane a quelle inglesi: l’ostacolo oceanico è superato e l’invenzione di Marconi conoscerà da quel giorno ulteriori nuove applicazioni.

Nel 1914 iniziano le prime trasmissioni sperimentali per la diffusione di programmi radiofonici. Da Bruxelles, ogni sabato, sotto il patrocinio della Regina d’Inghilterra, si trasmette musica. Quattro anni dopo viene trasmesso dall’Inghilterra il primo concerto via radio e nel 1922, sempre in Inghilterra, nasce la prima radio con regolare permesso rilasciato dalle Poste inglesi. In quell’anno nasce anche la BBC (British broadcasting corporation); parte del suo capitale appartiene proprio alla Marconi. Non si trasmettono più solo suoni, ma anche immagini e sarà proprio la BBC che nel 1936 inizierà per prima nel mondo un servizio televisivo regolare.

In seguito alle sue scoperte Marconi, oltre al premio Nobel, ricevette numerosissimi riconoscimenti internazionali (negli Stati Uniti si proclamò il 2 ottobre The Marconi day) e prestigiosi incarichi a livello nazionale: è senatore nel 1914 e delegato italiano alla Conferenza della pace a Versailles nel 1919; diventa presidente delle due più importanti istituzioni scientifiche italiane (Consiglio nazionale delle ricerche a Roma e Reale Accademia d’Italia), nonché presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.

Nel discorso tenuto in occasione della consegna del premio Nobel, Marconi conclude affermando: «Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi».

Di certo, quando lo scienziato muore a Roma nel 1937, ormai la sua invenzione ha rivoluzionato il mondo, anche se Marconi non poteva immaginare che, nemmeno un secolo più tardi, un qualsiasi abitante delle Terra avrebbe potuto grazie alle onde elettromagnetiche, comunicare a suo piacimento tramite un telefono cellulare con l’altro capo del mondo.

La rivendicazione dell’invenzione della radio di Marconi fu sempre contestata da Nikola Tesla. Nel 1943 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti riconosce a Nikola Tesla la paternità del brevetto della radio.

Molto tempo prima, nel 1911, l’High Court britannica nella persona di Mr. Justice Parker deliberò in un analogo procedimento la validità dei brevetti di Marconi e negli anni prima del 1943 molte altre sentenze sono state pronunciate con andamenti altalenanti per le parti in causa. Sulla causa della Corte Suprema Statunitense vi sono critiche dovute anche al fatto che all’epoca la società Marconi aveva una causa legale in atto con l’esercito statunitense e la sentenza della Corte Suprema rese nulle le richieste della società Marconi sulle presunte violazioni intellettuali dell’esercito. In realtà ciò non è vero del tutto visto che il governo Usa pagò la somma di circa 43.000 dollari di allora, oltre agli interessi, alla società di Marconi per un brevetto di Oliver Lodge che la suddetta società aveva comprato da quest’ultimo[38].

I sostenitori di Marconi sostennero che Marconi non fosse a conoscenza del lavoro di Nikola Tesla negli Stati Uniti. Comunque i lavori “Sulla luce e altri fenomeni di altra frequenza” (Philadelphia/St. Louis; Franklin Institute in 1893) e “Esperimenti con correnti alternate ad alto potenziale e frequenza” (London; 1892) furono diffusi in tutto il mondo e di conseguenza è possibile che Marconi conoscesse i lavori di Nikola Tesla.

Nikola Tesla nel marzo 1900 brevettò (consegnato nel 1897) un sistema di trasmissione di energia elettrica che poteva essere anche usato per trasmissione di segnali radio (futuro utilizzo per Wi-Fi).[41] Nel 1898 brevettò un radiocomando multicanale che permetteva, su breve distanza, di comandare vascelli ed il cui sistema base di controllo era formato da quattro circuiti sintonizzati alla stessa frequenza.

Ecco un documentario diviso in tre parti molto ben fatto degli archivi di Rai Storia.

 Prima Parte 
Guglielmo Marconi parte prima
 Seconda Parte 
Guglielmo Marconi parte seconda
 Terza Parte 
Guglielmo Marconi parte terza
0
0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.